MURAKAMI MARQUEZ AMADO ALLENDE COHELO POE HESSE
In “Kafka sulla spiaggia”(1)Murakami ci da un esempio di come il nostro mondo quotidiano possa convivere con un’altra realtà, parallela, non meno reale e importante di quella quotidiana. Il giovane protagonista, Tamura, si muove con abilità e destrezza nel quotidiano, tuttavia gli eventi più importanti della sua vita sono legati a un’altra dimensione che interviene continuamente a decidere del suo destino. Fugge ( su consiglio del suo alter-ego ‘il ragazzo chiamato corvo’) da una profezia pronunciatagli dal padre “ucciderai tuo padre e giacerai con tua madre e tua sorella”; inoltre deve fuggire dopo l’assassinio del padre che teme possa essere imputato a lui; nella sua nuova vita è determinante il rapporto con una donna che si manifesta a lui prima di notte come un fantasma nelle sembianze di una giovane ragazza, appare e svanisce nella sua camera, poi si materializza e appare come una donna adulta. E’ la signora Saeki, che si rivelera’ essere la madre di Tamura; con lei si crea un rapporto d’amore. Contemporaneamente a Tamura ( che dopo la fuga decide di chiamarsi Kafka) parte anche Nakata, un vecchio con capacità paranormali, sa parlare coi gatti e far piovere animali dal cielo; Nakata parte perchè sente di avere un compito speciale da svolgere, deve cercare una misteriosa “pietra dell’entrata”. Nakata ha ucciso il padre di Tamura, lo scultore Johnnie Walker,su richiesta dello stesso scultore, nella stessa sera in cui Tamura ha avuto un vuoto di memoria e si è risvegliato sporco di macchie di sangue; lui e Nakata si rivelano essere la stessa persona. Sono legati quindi in un’altra dimensione, in una realtà parallela, come Tamura e la signora Saeki. Una trama fatta di rimandi, di sovrapposizione di tempi diversi, di periodi diversi della vita dei personaggi, la cui storia converge e li fa incontrare; vivono come immersi in un labirinto in cui si muovono cercando un’uscita che non riescono a trovare. Al contatto con l’altra realtà i personaggi di Murakami si avvicinano con una grande tensione interiore, immersi in un silenzio che li aiuta a raggiungere quella realtà e i personaggi che la abitano. Più rumorosi e passionali i personaggi di Amado in “Dona Flor e i suoi due mariti” (2); continuamente in contatto con le divinità, gli Orixà, a loro volta irascibili ,sempre pronti a entrare in guerra anche tra loro per tutelare i rispettivi assistiti che li hanno chiamati in aiuto, per difendersi da un rivale o per danneggiarlo. Anche l’immagine del mondo che ci aspetta dopo la morte presente in Amado è priva del carattere misterioso e spirituale che solitamente la caratterizzano; Vadino, il marito di donna Flora e, assieme a lei, il protagonista principale, torna da lei dopo la morte come spirito e non ha niente di estatico o mistico, di spirituale; riprende a forza il suo ruolo di marito in aperto antagonismo col nuovo marito, si diverte a far fallire il padrone delle bische per aiutare i suoi vecchi amici, usando i suoi nuovi poteri spirituali. Non manca certo l’ironia in Amado, come quando descrive il mistico Cardoso che va a visitare la propria tomba “come sempre faceva ad ogni anniversario della propria morte”.(3) Piena di ironia anche l’interminabile elenco delle sue reincarnazioni che spaziano nei secoli. Ma non è meno forte l’ironia contro gli increduli, contro chi ad esempio si sforza di capire con la ragione i motivi per cui il banco perde sempre nelle bische che Vadino-spirito sta facendo fallire , ridicoli i controlli e le ispezioni più severe, il banco continua a perdere sempre. Anche in “Bahia(4) Amado si diverte descrivendo la guerra degli spiriti per decidere chi di loro deve guidare il candomblé(5) e salire così sul ‘trono del mistero’; nella festa poi gli Orixà scendono a ballare tra la gente e si lanciano in appassionanti avventure amorose.(6) Tuttavia l’ironia non è mai negazione dell’esistenza dell’altra dimensione. Tutti i personaggi vivono in un contatto costante con l’altra dimensione; più noi lettori cerchiamo di distanziarci, di non crederci, più ne sentiamo la presenza, ne siamo irresistibilmente attratti. Gli autori sanno di avere il nostro consenso, sentono che è proprio la presenza di quell’elemento sempre presente e sempre indefinibile che tiene desta l’attenzione del lettore, e sanno anche che nessuno si stupirà se non si arriverà a una chiarificazione finale e il mistero resterà. In “La casa degli spiriti” di I.Allende(7) la realtà bruta e violenta del colpo di stato in Cile convive con la magia e la capacità di alcuni personaggi di prevedere il futuro.Così in “Cent’anni di solitudine”, di G.G.Marquez,(8 )la magia convive con la realtà bruta della guerra e delle stragi. Impossibile in questi autori definire un confine netto tra la realtà quotidiana e l’altra dimensione, l’altra realtà. Sembra scontato che é inutile provare a capire fino in fondo; la ragione non puo arrivarci; si capisce l’ironia di Amado su chi, come il gia’ citato mistico Cardoso, si erge sicuro a pretendere di spiegare e dominare la realtà più profonda, quella dimensione a cui tutti i personaggi vorrebbero arrivare, che sentono presente nella vita di tutti i giorni e insieme irragiungibile. In Paolo Cohelo(9) si avverte solo la dimensione positiva dell’altra dimensione, in E.A.Poe(10) la si avverte come la vicinanza di un incubo che improvvisamente può travolgerci, negli altri autori citati la visione della realtà cerca di far coesistere i due aspetti che, nel loro immaginario, si combinano nelle forme più diverse. Forse alla base c’é proprio questo bisogno di restare in contatto, di mantenere o non rompere il legame con la realtà in tutti i suoi aspetti, anche con quelli più incomprensibili. Forse è questo che fa dire a H. Hesse che la meditazione e la preghiera fanno sì che l’uomo venga “rinviato con tutto il suo essere a un ordine superiore…che lo strappa alla pericolosa solitudine…”(11)
E’ il contatto con questa dimensione che manca in F.Kafka (12); ai protagonisti è imposibile fare domande, l’altra dimensione tace, con essa non si può dialogare.Nella ricerca interiore non c’è nessuno cui indirizzare le domande. Inutilmente il protagonista di “Il processo” si chiede le ragioni della sua colpa, chi e perchè lo ha condannato; non può arrivare nessuna risposta, c’è solo silenzio, e solitudine. Il tripudio, la sensualità con cui gli Orixà partecipano alle feste popolari in Amado, sono molto lontani dal silenzio religioso con cui i personaggi di Murakami entrano in contatto con la dimensione spirituale, lontanissimi dall’incubo che incombe nei racconti di E.A.Poe, dal senso di completamento e appagamento che il contatto con questa dimensione da in H.Hesse e in P.Cohelo; in ogni caso c’é il contatto e la partecipazione a una realtà più vera, e la sensazione che solo il contatto con essa ci dia la possibilità di trovare un senso che gli eventi del mondo non possono darci.
(1)H.Murakami-Kafka sulla spiaggia-TO-Einaudi 2010 (2)J.Amado-Dona Flor e i suoi due mariti-Garzanti MI 1985 (3) ibidem pgg. 531 e 471 (4) J.Amado-Bahia-Garzanti-MI 2010 (5) Festa diffusa sopratutto in Brasile, in onore delle divinità,gli Orixà. (6) ivi pgg. 190-191 (7) I.Allende-La casa degli spiriti-Feltrinelli-MI-1995 (8) G.G.Marquez-Cent’anni di solitudine-Mondodori-MI 1982 (9) P.Cohelo-Lo Zahir-Bompiani-Mi-2005 (10) E.A.Poe-Racconti-Rizzoli-MI-1980 (11) H.Hesse-Narciso e Boccadoro-Mondadori-MI-2015-p.242
(12)F.Kafka-Il Processo-Einaudi-TO-1995; così anche nel kafkiano Dino Buzzati “Il deserto dei Tartari” Mondadori-MI-1945