Nazismo,stalinismo,fondamentalismo islamico,caccia alle streghe,razzismi di ogni genere e specie,si basano tutti su sistemi di idee immaginari che poco hanno a che vedere con la realtà ma guidano gli uomini a commettere,spesso senza rimorsi,le azioni più disumane.Ancora ci chiediamo come siano stati possibili i campi di sterminio e i gulag, come abbiano potuto gli uomini commettere simili azioni.Analizziamo quindi alcuni contributi allo studio dell’immaginario e cominciamo con un libro che nel 1940 J.P.Sartre ha dedicato all’argomento e che si intitola appunto “L’Immaginario”.
Esistenzialista convinto che l’uomo è assolutamente libero,vede nell’immaginazione lo strumento più importante per realizzare la libertà,perché solo l’immaginazione consente di superare il presente e progettare il futuro.Tuttavia alcuni aspetti di quest’opera ci consentono di capire proprio la capacità di dominio che l’immaginario esercita sugli uomini, che è l’aspetto che ci interessa di più ed è il più difficile da spiegare.Nei regimi politici cui abbiamo fatto cenno,e in tanti altri simili,quello che colpisce è come quel sistema di idee provochi un cambiamento totale della personalità ,cancellando i sentimenti umani e le emozioni più elementari e faccia insieme sparire i sensi di colpa e i rimorsi.Evidentemente la coscienza anziché servirsi delle immagini per esprimersi è dominata dal sistema di immagini che ha creato.
Analizzando i diversi tipi di immagine,Sartre arriva ad analizzare le immagini ipnagogiche,cioè le immagini che compaiono poco prima che ci addormentiamo.Quando ci predisponiamo al sonno e iniziamo a rilassarci, la coscienza perde progressivamente la capacità di dirigere il pensiero, è allora che appaiono le immagini ipnagogiche; i pensieri si lasciano assorbire da una moltitudine di impressioni, appare un susseguirsi di immagini che invadono e affascinano la coscienza rendendola passiva,pura spettatrice di ciò che accade; la coscienza si lascia affascinare dal susseguirsi magico delle immagini che appaiono senza che le abbia scelte e lentamente diventa prigioniera, stiamo per cadere nel sonno.E’ uno stato di fascinazione cosciente quello che attraversiamo, la coscienza distingue ancora immagine e realtà,volendo potremmo ancora svegliarci e riprendere il controllo sul pensiero,ma preferiamo continuare a lasciarci incantare da quelle immagini; la verità è che vogliamo dormire; nel sogno le immagini si organizzano in storie,tutto accade in modo misterioso e imprevedibile,la coscienza adesso è totalmente prigioniera,il sogno adesso è la realtà,la coscienza ha perduto totalmente la sua funzione di realtà e ciò che pensa o sente può pensarlo o sentirlo solo in forma di immagine : “Ho proiettato tutto il mio sapere,tutte le mie preoccupazioni,tutti i miei ricordi…ho proiettato tutto questo nell’immagine…” (1). Il pensiero,dice Sartre, si lascia assorbire dall’immagine “come acqua dalla sabbia” (2).” Il sogno… è un immaginario chiuso,dal quale non si può assolutamente uscire e sul quale è impossibile assumere il minimo punto di vista esteriore”(3).Ancora :”L’oggetto irreale appare…inaccessibile in rapporto alla realtà”(4).
Alcune di queste considerazioni di Sartre sulla “coscienza prigioniera” ci sembra posano essere applicate a tutti i sistemi di idee immaginari chiusi e rigidi,ma il pensiero di Sartre ci sembra particolarmente utile per spiegare il fascino che esercitano le idee rivoluzionarie.Non è difficile immaginare l’entusiasmo,l’esaltazione che prende le coscienze nei periodi rivoluzionari,quando si crede che cambiare il mondo è possibile,si sente di essere capaci di progettare il futuro usando l’immaginazione. Non a caso Sartre parla di ‘fascinazione’ e vede il desiderio di libertà e autorealizzazione alla base della creazione dell’immaginario,non c’è traccia del senso di onnipotenza e della distruttività che pure caratterizzano spesso l’immaginario,come è evidente nei sistemi totalitari,aspetti questi approfonditi da W.Reich in “Psicologia di massa del fascismo”. Quando in Francia esplose il maggio del 1968 Sartre era a fianco dei giovani contestatori e condivise con loro il famoso slogan “l’immaginazione al potere”.
Quando si crede totalmente in una ideologia rivoluzionaria si sperimenta come è affascinante essere presi,catturati da un’idea,poter credere in fino in fondo senza riserve,lasciarsi andare a condividere le illusioni e la speranze,lasciarsi trasportare nell’immaginario. Come nel sogno la coscienza è totalmente prigioniera,manca la possibilità di sospendere il giudizio e valutare criticamente le idee; idee e destino personale sono intrecciati, così come lo sono le analisi della realtà con i sogni e le speranze e,come nel sogno,non c’è rapporto critico tra idee e realtà; si mantiene fede alle idee forzando spesso la realtà e cercando di costringerla dentro quel sistema anche quando è evidente che la realtà non può rientrarci. Neanche le smentite più decise riescono a intaccare la forza dell’immaginario. Il sogno comunista deve per forza essere realizzabile anche se la realtà dimostra il contrario,Stalin uccide milioni di persone perché non mette in dubbio le sue idee e Hitler continua a credere nella vittoria mentre i generali gli assicurano che la sconfitta è certa e,dopo la sconfitta,si suicida perché non può accettare la realtà. Chiusi nel loro immaginario. Viene da pensare oggi al fanatismo religioso che giustifica stragi e attentati. Sartre fa frequenti riferimenti alla schizofrenia e ad altre patologie,allucinazioni e ossessioni in particolare,dove la coscienza è prigioniera, ma qui ci interessa di più la descrizione del tentativo che la coscienza fa per uscire da un incubo, perché ci fa pensare al tentativo di chi, gettatosi nella rivoluzione pieno di entusiasmo e vedendo poi il suo sogno trasformarsi in un incubo,tenta con tutte le sue forze di convincersi che sta sognando, senza peraltro riuscirci. La stessa cosa probabilmente è successa a tutti quelli che sono stati costretti a sottomettersi a forza a un regime disumano e infernale come il nazismo, hanno vissuto la realtà come un incubo.
L’anima esistenzialista, la convinzione che l’uomo è fondamentalmente libero e che la prigionia è sempre una scelta,si fa comunque strada nel pensiero di Sartre.Oltre l’osservazione che per mantenere in vita la fede nelle idee immaginarie la coscienza deve sforzarsi per alimentarne la certezza,come fa il malato immaginario che si sforza di sentire i dolori che crede di avere e che provano la verità della sua malattia,(5)c’è anche un’osservazione sul sogno che mostra come anche lì la coscienza non sia totalmente prigioniera. Nel sogno,secondo Sartre, da un lato viviamo,soffriamo e subiamo il mondo del sogno,siamo totalmente immersi,dall’altro siamo spettatori di ciò che accade,guardiamo da fuori,da una certa distanza. La coscienza ha dunque per Sartre,a qualche livello, la consapevolezza che il sogno e l’immaginario sono finzione,(6) tende quindi inevitabilmente a liberarsi dalla tirannia delle immagini e a riprendersi la propria libertà,riuscendo a valutare criticamente i sistemi immaginari di idee da lei stessa creati e a usare creativamente l’immaginazione nella vita e nell’arte.
Note 1. J.P.Sartre-L’Immaginario-Einaudi P.B.E.Torino 2007 p.252 2. ibidem p.170 3. ibidem p..248 4. ibidem p.274 5. ibidem p. 214 6. ibidem p.263