Non è solo la paura della morte e di ciò che può aspettarci dopo che fa del tempo un nostro avversario, è l’immagine stessa del trascorrere, del mutamento continuo che ci toglie ogni certezza,ci lascia sbigottiti; come singoli individui,cosa siamo noi dentro il flusso del tempo? Le nostre idee, le nostre certezze più intoccabili, quella realtà nostra che per noi non è solo la nostra ma è proprio la realtà? Tutto si sfalda, si sbriciola, siamo solo un puntino, un piccolo frammento che si perde in mezzo a un’infinità di persone, idee, fatti, avvenimenti; il trascorrere del tempo ci rende insignificanti,non solo ci toglie ogni sicurezza ma ci riduce a un nulla. Non osiamo neanche immaginare di poter fermare qualcosa, di trovare un significato o un senso certo di qualcosa, perché sappiamo che nel tempo sono stati trovati tanti altri significati alle stesse cose, è stato trovato un senso che per noi non esiste più.
Il senso del nulla ci attanaglia, ci toglie le basi,non è senso del mistero che un po’ affascina e attrae, è angoscia del nulla, di non poter fermare niente, non poter aver nessun punto di riferimento.
Perciò cerchiamo di resistere al tempo con la credenza in valori eterni che ci mettono in contatto con tutta l’umanità, perciò gli artisti cercano di lasciare un’opera,qualcosa che resti dopo di loro. E per questo ci affatichiamo a costruire cose materiali che resistano al tempo. Sculture fatte sulla pietra,case scavate nella roccia, castelli, muraglie, nuraghi che sono là da millenni proprio come se il tempo si fosse fermato. Stanno lì da generazioni e generazioni prima di noi , altre generazioni le vedranno e ci è impossibile intravederne una fine.
Sono cose che restano, la loro solidità ci rassicura, ci danno il senso della continuità e della stabilità di cui siamo sempre alla ricerca; guardandole ci sembra di avere una base sicura, punti di riferimento certi.