Violenza e Religione

Di Renè Girard

Dopo “La violenza e il sacro”,un libro del 1972 che ha fatto epoca e che suscita tuttora molte polemiche,sia per l’argomento trattato,il rapporto tra religione e violenza,sia per l’originalità delle tesi,è stato pubblicato “Violenza e Religione” che riprende gli stessi temi.

Siamo abituati a considerare il desiderio un istinto che,negli uomini e negli animali,ha un oggetto preciso e guida il comportamento verso quell’oggetto. E invece no,il desiderio per Girard nasce sempre su basi mimetiche,cioè l’uomo desidera sempre ciò che desidera un altro,c’è bisogno di un mediatore per arrivare a desiderare un oggetto.Ancora: tra il soggetto e l’oggetto desiderato c’è sempre qualcuno che indica l’oggetto da desiderare. Vedremo meglio il contrasto di questa teoria con la posizione dello psicoanalista junghiano Luigi Zoia.

Il desiderio “mimetico”,secondo Girard,è contagioso; si arriva perciò a una situazione in cui tutti desiderano le stesse cose. La violenza non è un istinto primario ma nasce dalla competizione tra gli uomini per appropriarsi delle stesse cose e genera il pericolo che si scateni una violenza indifferenziata di tutti contro tutti, che porterebbe alla distruzione della società.E’ questa paura avvertita oscuramente da tutti che porta alla nascita del capro espiatorio; l’odio reciproco si trasforma in odio comune contro una sola persona e questo unisce di nuovo la società. Il sacrificio della vittima purifica la società dalla violenza.Per consolidare la pace appena ristabilita si divinizza la vittima,si istituiscono rituali e divieti.Tra i rituali c’è il ‘sacrificio rituale’,non necessariamente di vittime umane,che ripete il sacrificio originario del capro espiatorio ed è presente in tutte le culture arcaiche.La religione quindi pacifica la società e serve a contenere la violenza.

Nei miti e nelle religioni arcaiche la vittima è considerata il vero colpevole,non c’è la consapevolezza che la società si unisce proprio grazie alla sua uccisione e alla sua successiva divinizzazione. Attribuire la violenza alla religione,secondo Girard,serve a mascherare la vera origine della violenza che nasce dalla competizione e dall’odio reciproco tra gli uomini. Solo il cristianesimo svela la verità,non è la vittima ad essere violenta ma sono gli uomini ad esserlo,sacrificano la vittima per liberarsi dalla loro violenza e poi ne fanno un Dio perché li ha salvati.

Colpisce sia il successo e la fama delle tesi di Girard sia la loro originalità. Sicuramente la fama è legata anche all’esplodere del terrorismo internazionale di matrice religiosa,soprattutto islamica,ma non solo. R.Girard afferma testualmente che noiuomini “non sappiamo cosa desiderare” e abbiamo “una bramosia molto più complessa,del tutto priva di oggetto istintuale : il desiderio” (p.11).

Per cercare di capire meglio questa tesi,la confronteremo con le idee di un altro grande studioso di questi problemi,lo psicoanalita junghiano di fama internazionale Luigi Zoia,che di recente ha pubblicato “Nella mente di un terrorista”,islamico  bisogna aggiungere,perché è di quel terrorismo che si occupa.

Il libro di R.Girard  è pubblicato d Raffaello Cortina -Milano 2011